XVI Forum Mitteleuropa
L’eredità europea del patriarcato di Aquileia

L’iniziativa trae spunto dalla straordinaria ricorrenza che vede nel 2020 il seicentesimo anniversario della caduta dello Stato Patriarcale del Friuli (Patrie dal Friûl), una realtà statuale nata nel 1077 e conclusasi con l’occupazione veneta di gran parte del Friuli il 19 luglio 1420.
Si spegneva così una delle forme di democrazia parlamentare più antiche al mondo (Constitutiones Patriae Foriiulii – 1231), seconda solamente alla Magna Carta inglese (1215). Ma ciò che in realtà si intende sviluppare con questo progetto non è un approfondimento di fatti storici, bensì la loro attualizzazione, rapportando il tutto all’attuale momento socio-politico. Un antico adagio recita: “il futuro è alle nostre spalle”

Tutti siamo convinti che il futuro sia una pagina bianca di un quaderno su cui scrivere giorno dopo giorno. In realtà è il nostro passato che condiziona le nostre scelte, frutto di una cultura sedimentata in secoli e secoli di radicamento territoriale. È l’evoluzione di un procedere che porta la traccia indelebile del nostro vissuto. 

È un passato che non passa perché è paradossalmente presente, sempre e ovunque. Basta riflettere sulle parole di Franz Werfel, ebreo-praghese, “Nel Crepuscolo di un Mondo” (Locarno aprile 1936): “Gli ordinamenti politici del mondo si danno il cambio. Ma ciò che è ordinato, governato, amministrato, sia Paese, sia popolo, sia individuo, sopravvive, con la sua natura congenita, a tutti questi sconvolgimenti”.

XVII Forum Mitteleuropa
Dall’emergenza virale al vaccino culturale

L’imprevedibile periodo che stiamo vivendo ha inciso profondamente non solo sulla vita culturale di ognuno di noi, ma anche sul modo di fare e di usufruire della cultura. Non potevamo non tener conto di ciò nel predisporre un progetto culturale che ne sarebbe stato profondamente condizionato. La nostra Cultural Diplomacy, infatti, continua a reggersi su contatti e relazioni difficilmente riservabili esclusivamente al web. Un ostacolo dalle conseguenze oggi difficilmente prevedibili. Ma la pandemia virale che ha investito il pianeta non rappresenta che il più recente degli stravolgimenti che hanno caratterizzato i nostri ultimi cinquant’anni. Tutto cominciò con internet, che rappresentò lo start up della globalizzazione dell’informazione; seguì il crollo dei muri ideologici, che determinò invece la globalizzazione dei mercati; per arrivare al Covid19, che da un giorno all’altro ci ha dimostrato che “uno non vale uno”, ma uno può contagiare l’intera umanità, per cui siamo tutti interdipendenti. Ogni nostra volontà dovrà tenere necessariamente conto di questo tsunami sociale e culturale. In realtà da ciò matura la convinzione che la cultura abbia oggi più che mai la responsabilità di sostenerci per superare questo difficile passaggio planetario. Un ruolo lenitivo, quasi un vaccino salvifico sulla scia delle tante contaminazioni che segnano la storia di queste terre di confine. Un impegno smisurato che nessun attore culturale può sensatamente ritenere di poter svolgere da solo, in presuntuosa autonomia. Farlo assieme avrà una valenza incalcolabile. Un insostituibile vaccino.

Il forum 2021 è caratterizzato da un leitmotiv che percorre e collega tutti i panel.

Nelle parole del somma Poeta il vaccino salvifico dell’Uomo:

“Considerate la vostra semenza: fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.”

(Dante – inferno – canto XXVI – v. 119)

XVIII
Forum Internazionale dell’Euroregione Aquileiese

Mitteleuropa: molte Capitali un solo destino
Dal filo spinato al filo della Storia

Udine – Trieste
27 > 29 settembre 2022

Il 18 dicembre 2020 Nova Gorica-Gorizia sono state proclamate Capitale Europea della Cultura 2025. Un evento che può davvero offrire una straordinaria opportunità per l’area cittadina transfrontaliera e tutto il contesto regionale del Friuli Venezia Giulia e della Slovenia, confinando nella memoria del tempo quella cortina di ferro che, a seguito delle tragedie del novecento, calò su popolazioni che per un millennio condivisero, pur con idiomi diversi, analoga storia e destini. Un imprevisto che dal filo spinato può portarci a riprendere il filo della nostra Storia. Occasione unica ed irripetibile per riappropriarci di quella straordinaria funzione d’incontro che tanto la geografia quanto la storia ha inequivocabilmente assegnato a questo lembo d’Europa. Nova Gorica e Gorizia entreranno così nel novero di quelle capitali culturali di cui è particolarmente ricco il centro-europa, illuminate testimoni e custodi di quella comune radice che seppe svolgere un ruolo unico di armonizzazione fra latini, tedeschi e slavi, senza mai dimenticare la non marginale componente ebraica, qui presente da secoli. Queste sono le Capitali alle quali siamo desiderosi di volgere lo sguardo, peraltro per noi tutte raggiungibili in poche ore di macchina. Un “viaggio” per ricollegarle a Gorizia, ovvero Aquileia.

Una sfida di cultural intelligence senza precedenti.

“Città transfrontaliere: come vivere senza confini”
L’esperienza del GECT GO
e della Capitale Europea della Cultura GO!2025

Gorizia
30 settembre 2022

Nell’area mitteleuropea un ruolo strategico lo giocano le città transfrontaliere che, sebbene collocate nelle periferie dei loro paesi, sono da sempre impegnate a creare reti per fare fronte unitamente alle sfide quotidiane imposte da ostacoli amministrativi, legali o di altro tipo, che persistono nonostante la rimozione dei confini. Lo scambio di esperienze e di buone pratiche di integrazione transfrontaliera rappresentano la base su cui le città possono crescere e svilupparsi creando politiche di sviluppo comuni soprattutto quando la base culturale, in questo caso mitteleuropea, può essere un facilitatore.

XV Forum Mitteleuropa
Il risveglio della Mitteleuropa

La politica europea sta cambiando volto e, come dichiarato in questi giorni dai leader europei, non occorre essere inglesi per capire che l’attuale modello d’Europa in realtà non piace più a nessuno. In tale contesto, gli scenari possibili sono molteplici e talvolta inquietanti. Ma si nota anche qualche timida volontà di ripresa di un dialogo interrotto dai drammi del secolo scorso. Fra questi, un concreto esempio sembra delinearsi con la stringente collaborazione fra i Paesi dell’accordo di Visegrad, il così detto V4, ovvero Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia. Un nocciolo duro che pare evolversi gradualmente in un hub a cui guardano con sempre maggior attenzione anche altri Paesi del centro-Europa, in primis Austria e Slovenia. È il risveglio della Mitteleuropa? È prematuro affermarlo, ma se questo processo riunificatore dovesse procedere, probabilmente sì. Ma il 2019 è pure l’anno del trentesimo anniversario di fondazione della Central European Initiative e del crollo della cortina di ferro. Una ricorrenza davvero speciale e meritevole di una approfondita riflessione ed un generoso, intenso contributo da parte di tutti.

XIV Forum Mitteleuropa
Europa tradita – Udine, 18 – 20 ottobre 2018

I temi in essi trattati sono sempre stati premonitori degli eventi verificatisi negli anni seguenti, complice anche un’accelerazione della storia di fronte alla quale molti analisti si sono dimostrati disorientati o impreparati. Gli atti ed i documenti scaturiti dagli annuali appuntamenti testimoniano con chiarezza il negativo evolversi del processo di coesione europea e l’inquietante incremento dell’euroscetticismo. Alcuni abstract paiono proprio cogliere l’esponenziale affiorare delle criticità e qualche richiamo ne fornisce efficace sintesi.

  • 2012: L’Europa che s’intravede non potrà certo essere quella dei burocrati, delle quote, dei parametri, delle banche, bensì un’Europa che tragga unità e coesione proprio dalle sue forze identitarie e dove federalismo, autonomismo, (macro)regionalismo possano rappresentare modelli di affidabile riferimento. Laboratori di coesione europea.
  • 2013: De facto la capitale dell’UE è già stata trasferita da Bruxelles a Francoforte. Nulla da obiettare a riguardo, ma vi è necessità di una Capitale vera, in cui tutti possano identificarsi e riconoscersi. Una Capitale politica e morale, culturale e spirituale. Punto di sintesi delle nostre comuni radici.
  • 2014: Sembra davvero molto lontano quel 25 marzo 1957 in cui, a Roma, venne firmato il trattato istitutivo della Comunità Economica Europea. Così come pare sempre più crescente la convinzione che l’Europa fosse “più Europa” un secolo fa, quando la libera circolazione era già salvaguardata, i servizi garantiti, e la moneta coniata già unica, per di più d’oro.
  • 2015: Abbiamo ricordato come nel 1957, anno di sottoscrizione del trattato di Roma, l’Europa fosse costituita da 33 Stati, divenuti, ad oggi, 48. Consapevoli di quanto tale proliferazione, che peraltro trae origine dalla storia e dalla volontà popolare, non appaia affatto esaurita. Un processo inatteso quanto repentino, determinato dal definitivo tramonto dei totalitarismi del XX secolo.
  • 2016: Conciliare il peso degli interessi nazionali con le spinte ad una maggiore integrazione appare sempre più difficile. Gli Stati dell’Unione hanno visioni politiche sempre più discordanti (immigrazione, cittadinanza, politiche economiche), e l’allarme sociale di alcune aree risulta sempre più minaccioso.
  • 2017: L’Ambasciatore Lamberto Zannier, Segretario Generale OSCE (Organisation for Security and Co-operation in Europe) ospite al nostro forum, ha dichiarato: “Quello attuale è da considerarsi il momento più critico dalla fine del secondo conflitto mondiale”. Oppure da far dire al Presidente francese Macron, in un intervento al Parlamento Europeo, (plenaria aprile 2018) “difendere la nostra identità per evitare il rischio di una guerra civile europea”.

Ed è proprio questa esasperazione della democrazia e della politica che probabilmente ha ingenerato delle competizioni personali che hanno fatto fiorire un gran numero di politici ma non certo di statisti, come preconizzava, già nel 1870, James Freeman Clarke: “Un politico pensa alle prossime elezioni, uno statista alla prossima generazione. Un politico cerca il successo del suo partito; uno statista quello del Paese”. Siamo pertanto di fronte ad un’Europa tradita, più fragile e frammentata che mai, mentre assistiamo al propagarsi di focolai d’instabilità nel Continente stesso: Ucraina, Moldova, Caucaso, Bosnia Erzegovina, Macedonia, Grecia, Spagna, per citarne solo alcuni, come pure all’intangibilità delle frontiere ripetutamente violata. Momento inquietante, che diviene drammatico se ampliamo lo sguardo all’altra sponda del Mediterraneo, infuocata da una guerra senza fine che continua a seminare morti, miserie, terrorismo e migrazioni di massa, veri e proprio esodi che determinano sconvolgimenti non più solo politici ma culturali, sociali ed economici.

Mitteleuropa intende ancora una volta contribuire ad un sereno e costruttivo dialogo fra istituzioni politiche, diplomatiche, sociali, economiche, accademiche e culturali di tutti i Paesi dell’area centro-europea e balcanica, sempre più rilevanti e strategici per i destini d’Europa, nella convinzione che l’unità europea, oltre che un imperativo di civiltà (Altiero Spinelli) è un’utopia indispensabile. L’unica efficace risposta alla globalizzazione massificante.

Quale futuro attende questa Europa? Quali gli organi istituzionali per governarla? Quale la politica internazionale e diplomatica da sviluppare? Interrogativi di incombente importanza e attualità sui quali, secondo un consolidato format, è necessario riflettere e confrontarsi.

Si ringraziano sin d’ora le Istituzioni europee, il Ministero degli Affari Esteri, la CEI-Central European Initiative, la Regione Autonoma Friuli Venezia Giulia, l’Università del Friuli, la Fondazione Friuli, la Camera di Commercio di Udine e tutti coloro che, a vario titolo, saranno co-attori e sostenitori di questo appuntamento.

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